Da Roma a Delhi, e poi il Rajastan
Prima, durante, dopo


domenica 30 ottobre 2011

Vegetariani vs. vegan

Continuo a legere che davvero in India, e me lo ricordo se ripenso alle mie due precedenti visite, è facile essere vegetariani, quasi ovunque l'opzione veg è abbondante e praticamente scontata. Altra storia è mangiare vegan. Questo benedetto burro chiarificato messo dappertutto (il ghee) e poi yogurt, panne acide varie, paneer (una specie di formaggio fresco)... Non sarà semplice spiegarsi, se non nelle grandi città come Delhi, ma ci proveremo. Nelle altre mie visite non mi ero posta il problema: ero vegetariana, non vegan. In realtà gran parte dei pasti che consumerò in terra indiana saranno in comune con il gruppo vegan con cui farò il giro nel Rajasthan e questa è una grandissima comodità, bisogna ammetterlo. Ci penserà il nostro capogruppo che conosce i posti dove andremo e saprà farci servire vegan 100%.
Occhio anche quando andate al ristorante indiano qui in Italia, spesso i latticini sono ingredienti nascosti, soprattutto il ghee appunto, utilizzato per lo più per cucinare al posto dell'olio vegetale. In mancanza di meglio, dite che siete allergici al lattosio, non è il massimo, ma talvolta intavolare una discussione a tavola sul perchè si è vegan può essere scocciante, e ancor di più se dobbiamo sostenerla in un'altra lingua!


martedì 25 ottobre 2011

Vegan fashion in India

Cercando news sul mondo vegan in India, mi rendo conto che mentre essere vegetariani è una pratica diffusissima, praticamente ovunque è possibile trovare piatti tipici vegetariani e si è guardati con un certo rispetto, essere vegan invece è visto un po' come una eccentricità (strano, vero? non succede mai!).

Ho trovato però uno dei pochi siti web locali che si occupano della materia, vegan-india.blogspot.com, dove tra l'altro leggo articoli su accessori e calzature cruelty-free e la pubblicità di un marchio in particolare, questo qui a lato:

Dunque anche nella terra dei latticini-sempre-e-comunque qualcosa si muove, addirittura si arriva a parlare di vegan fashion! Leggiamo cosa dice il sito Vegan India:

Did you think that the “real” and “authentic” leather accessories you possess or carry on your person are made from animals that have died of natural causes? Most often, not. The leather industry is responsible for the systematic killing and torturing of millions of animals, every year, for the sake of fashion. You can read a detailed report by Indian Vegan on the implications of using leather by clicking here. The dairy industry is also no less responsible. Male calves, barely a few days old, and female cows are systematically killed to obtain leather. Male calves are of no “use” to the dairy industry! Female cows become weak by the age of six due to continuous pregnancies and therefore they are “unprofitable” to keep. (The normal life cycle of a cow is 20 years). Click here to read a PETA brief on the gentle animals that are abused to "fulfill" the demand for leather and drive a deadly and cruel industry.

E ancora, lo sapevate che c'è Lush anche in terra indiana? Guardate qui...

lunedì 24 ottobre 2011

Io no!

E, a proposito,  per chi pensa che vada in India a "cercare me stessa"...beh, la risposta è NO.


http://www.bizarrocomics.com/

domenica 23 ottobre 2011

Un mese prima


Presa la decisione, inizia l'organizzazione. Un viaggio in India del Nord richiede alcune cosette da fare.

Prima di tutto, ricerca dello zaino adatto. La cosa migliore mi è parsa quella di cercare uno zaino trolley, così che lo possa portare in spalla quando serve ma ad esempio in aeroporto me lo possa trascinare su rotelle senza dovermi caricare il peso. La scelta è caduta su un Ferrino Cuzco 60 oppure 80, devo ancora andare in negozio a vedere la differenza di ingombro. In genere preferisco portare solo bagaglio a mano, anche per viaggi lunghi, ma la compagnia con la quale volerò - Emirates -  è davvero parsimoniosa quanto a peso consentito, solo 7 chilogrammi, e per circa 20 giorni, considerato che andrò incontro a climi piuttosto freddi, sono  davvero troppo pochi.
Così, dovrò consegnare il malloppo al check-in e che dio ce la mandi buona. Nel corso degli anni in cui viaggiavo parecchio, mi avranno perduto il bagaglio 4 o 5 volte, l'ho sempre recuperato ma a volte dopo 48 ore, a volte dopo 15 giorni e una volta dopo due mesi. Non è il massimo.

La prossima settimana andrò anche a richiedere il visto all'Ambasciata Indiana. Per quanto ufficialmente ci impieghino circa 48 ore,preferisco portarmi avanti con i tempi, non si sa mai. I tempi e i modi della burocrazia indiana non sono molto diversi da quella italiana, imprevisti compresi. Meglio andarci per tempo.

Ancora, mi dovrò occupare della assicurazione di viaggio, indispensabile e richiesta anche dalla organizzazione con cui mi unirò una volta a Delhi. 

Wow, non vedo l'ora di essere sull'aereo e ...partire!