Una delle esperienze più significative che è possibile fare su terra indiana è il cibo. Forse l'unica tradizione gastronomica in grado di tenere testa a quella italiana (insieme alla cinese?). E gli indiani amano - proprio come noi - mangiare e mangiare bene. Niente a che vedere con quei popoli nordici dove tutto è buono purché si ingoi, vedi inglesi, scandinavi, etc. Qui il cibo è una questione seria. I palati sono raffinati e non si accontentano. Per noi vegan la partita non è facile da giocare. Mentre i ristoranti vegetariani sono dislocati ovunque, dai più sperduti paesini tra le colline o alle spalle del deserto alle grandi città, la questione "latticini" rimane invece un punto interrogativo. E' necessario districarsi tra ingredienti più o meno nascosti e - come previsto - il ghee è il maggiore indiziato e il più invadente degli ingredienti. E' facile immaginare un piatto vegan per scoprire poi che è magari cotto nel ghee (burro chiarificato). Molte fritture vengono fatte così. Alcuni tipi di pane. E poi yogurt e paneer (formaggio fresco) sbucano fuori un po' dappertutto.
Grazie al mio boss di viaggio, Mr. Singhji, ho facilmente evitato di ordinare piatti infidi, ma non sempre sarebbe stato altrettanto facile se fossi stata da sola. Il concetto del volere evitare i latticini suona quanto meno bizzarro. Non se ne vede il motivo e mi sono sempre chiesta in quei giorni se esistono anche in India come ovunque persone allergiche o intolleranti al lattosio. E come fanno?! una battaglia quotidiana, immagino...
Per chi di voi che mi legge e che ha intenzione di recarsi in India, il consiglio è di imparare due parole in hindi e provare a riferire (oltre che in inglese) il concetto al cameriere che prende gli ordini. Non usate la parola vegan perchè suonerà incomprensibile o quasi. Meglio parlare di non volere/potere mangiare i latticini. Quanto alle uova io non ne ho viste, le usano di certo ma non mi sono mai capitate in un menu, se non in maniera esplicita, ad esempio tra i piatti serviti per la prima colazione ai turisti occidentali. Loro a colazione mangiano tutt'altro, in genere piatti salati e piccanti, o ottimi frittelloni ripieni di patate, chutney, e così via.
In ogni caso, ho mangiato divinamente bene praticamente dappertutto. Oltre ad aperitivi e spuntini con street-food vario (frittelle & co.), naturalmente. Situazioni che mi hanno ricordato tanto la mia infanzia a Palermo, quando ero in visita dalla nonna paterna. I mercati brulicavano anche di sera, soprattutto d'estate, e c'erano sempre pentoloni in ebollizione e padelle con fritture calde sempre pronte: dalle panelle alla crocchette di patate, ai carciofi bolliti, al pane col sesamo appena sfornato...
Ecco una panoramica di alcuni piatti che mi sono capitati in tavola.
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